La Russia ha bloccato Telegram. Pensavate perciò che finisse tutto così e il suo fondatore Durov, rimanesse con le mani in mano? La guerra è ancora in corso e certamente arrendersi non è un opzione. Oltre a cercare di sfuggire alla censura da più di una settimana, Telegram ha iniziato una protesta pacifica contro il blocco. Durov ha organizzato un flash mob inviando lo scorso domenica pomeriggio una notifica a tutti gli utenti russi. In quel messaggio si chiedeva a tutti gli utenti positivi alla libertà della rete di lanciare un aeroplanino di carta dalla finestra alle 7 in punto di sera. In tanti hanno partecipato dandosi appuntamento sulle terrazze e scrivendo messaggi sulle ali degli aeroplanini. Qualcuno ha creato anche aeroplani enormi di cartone. Un evento che è stato diffuso su tutti i social network con l’hashtag #digitalresistance Durov ha invitato a lanciare gli aeroplanini ed ovviamente anche a raccoglierli entro un’ora. Successivamente ha poi pubblicato sul suo canale Telegram un video dove ringraziava la Russia per il “sostegno” e avanzando la proposta di ripetere il flash mob ogni domenica. Inoltre il fondatore di Telegram per evitare il blocco completo ha sborsato (di tasca sua) milioni di dollari in Bitcoin per pagare servizi per aggirare il problema come Vpn (reti di telecomunicazioni private) e “server proxy”. L’authority russa per le telecomunicazioni, pur di distruggere Telegram si è trovata costretta perciò a sospendere oltre 16 milioni di indirizzi IP, finendo per mandare in tilt il sito ufficiale del Museo del Cremlino, concessionari d’auto e servizi come Google e Amazon.
La libertà non ha prezzo e speriamo i russi continuino uniti a mandare segnali al governo per poter riottenere il miglior mezzo di comunicazione online: Telegram.
P.s nel frattempo hanno già fatto una street-art per evidenziare ancor di più questo periodo di proteste pacifiche.